Mostra in corso
Mostre in corso presso i Musei civici Viggiutesi.
Art Bonus
Cari amici e concittadini, lo Stato italiano, con il D.L. 31 maggio 2014, n. 83 “Disposizioni urgenti per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”, chiamato anche semplicemente Art Bonus, ha determinato una vera svolta, nell’ambito culturale italiano. Per molti anni il mecenatismo culturale, ossia l’erogazione da parte di soggetti privati di somme di denaro a favore di determinati progetti culturali, così come è diffuso tanto nella vicina Svizzera quanto negli Stati Uniti (dove rappresenta una delle maggiori fonti di finanziamento) in Italia non si è potuto sviluppare fondamentalmente per due ragioni: una di tipo fiscale, in quanto la legge non agevolava questo tipo di donazione, la seconda è di tipo culturale, dove manca un po’ la voglia personale di prendersi carico della gestione dei beni pubblici.
Col progetto Art Bonus si cambia rotta dando ai Comuni il compito di individuare progetti emblematici e importanti a cui dedicare le eventuali donazioni; diversi sono quelli individuati dall’Amministrazione Comunale: il restauro di alcuni modelli in gesso dei musei viggiutesi e la ristrutturazione della casa dello scultore Enrico Butti.
Sarà così possibile, da parte di qualsiasi soggetto, sia esso persona fisica o giuridica, destinare qualsivoglia somma ai progetti culturali individuati dal Comune, recuperando buona parte delle somme investite nei successivi tre anni. …
News
Notizie relative ai Musei civici Viggiutesi.
Piermario Dorigatti: Luna nera ed altre visioni
A cura di Claudio Cerritelli
Museo Butti dal 23 giugno al 21 luglio 2019
Inaugurazione domenica 23 giugno 2019, ore 11.00
Orari d’apertura:
da martedì a venerdì 14.00-18.30, sabato 9.30 – 12.00 e 14.00-18.30 e domenica 15.00 – 18.00
VISIONI CROMATICHE
Nona e ultima presenza qui al Museo Enrico Butti di Viggiù che fa parte del progetto nato nel 2015, intitolato “9 Artisti Allievi di Gottardo Ortelli – Slittamenti del cuore”, curato dal critico d’arte Claudio Cerritelli. In questi anni abbiamo visto alternarsi gli altri otto suoi compagni di accademia e studenti di Gottardo Ortelli: Tetsuro Shimizu, Ayako Nakamiya, Elena Strada, Pietro Pasquali, Alessandro Fieschi, Rossella Rapetti, Marco Grimaldi e Misia de Angelis. Addentrarsi nel mondo pittorico di Piermario Dorigatti è come immergersi in un alveo irreale senza peso, fluttuante, che non ha un riferimento preciso, dove la navigazione che l’artista ci invita a percorrere è sconosciuta e sta a noi scoprire le varie forme antropomorfe che si presentano alla visione. Le fisionomie pittoriche ci suggeriscono dei rimandi figurativi sia con colori chiari come il rosa o l’incarnato o tramite i gialli, carichi di forze solari come la terra, o, addirittura, scuri e tendenti al viola come la luna nera riuscendo a fare da contrappeso pittorico a tutta la composizione. Il paesaggio, come tutto il progetto cromatico, è studiato e impostato con meticolosità calibrata perché pensata e ripensata in cui emergono strati di colore in precedenza stesi e dopo rimossi con altro colore. Il quadro diventa un luogo, un terreno di sperimentazione, dove Piermario Dorigatti si interroga sulla rappresentazione dei suoi soggetti e sul metodo di farli emergere in modo chiaro e convinto. L’avvicendarsi del segno in primis, e del colore poi, induce l’artista a non lasciare mai il suo soggetto iniziale, ma lo cambia ottenendo una sorta di metamorfosi in progressione: lo integra, lo cancella e lo ricrea dandogli continuamente ossigeno e alimentandolo con la sua tavolozza come un compagno di vita in un percorso senza fine. Ecco che trapelano i segni, le visioni cromatiche pungenti e riflessive, le figure sotto gli spessori del colore, schiacciate in un vortice analitico e letterario come se fossero racconti e citazioni nati forse tanto tempo fa – magari durante la nostra infanzia – e che riappaiono prepotentemente alla maniera di feticci, di forme antropomorfe fluttuanti non riconducibili a conoscenze scontate, ma suggerite dai nostri sogni in un contemporaneo divenire.
Giugno 2019
I.C.
Nino Cassani. Evoluzione
A cura di Ignazio Campagna
Museo Butti dal 19 maggio al 9 giugno 2019
Inaugurazione domenica 19 maggio 2019, ore 11.00
Orari d’apertura:
da martedì a venerdì 14.00-18.30, sabato 9.30 – 12.00 e 14.00-18.30 e domenica 15.00 – 18.00
La stagione artistica dei Musei Civici Viggiutesi prosegue a maggio del 2019 con questa esposizione in ricordo dello scultore viggiutese Nino Cassani il quale ha consolidato quel titolo di un famoso volume, edito nel 1942, dal nome Viggiù Terra d’Artisti che il pittore Antonio Piatti, anch’egli viggiutese, pubblicò. Nino Cassani, scomparso l’11 dicembre 2017, è stato uno dei maestri della scultura del Novecento e gli viene dedicata questa esaustiva rassegna, seguendo un’analoga esposizione delle opere del maestro tenutasi in questi spazi nel 1992, qui al Museo Butti dal 19 maggio fino al 9 giugno con una retrospettiva di sculture e disegni dal 1955 al 2008. I rimandi e i riferimenti alle opere degli anni ’50 Testa femminile, Testa maschile e Coppia sono chiaramente riconducibili a Marino Marini – il quale fu suo maestro all’Accademia di Belle Arti di Brera – e ad altri scultori come Arturo Martini e Luciano Minguzzi, al quale Cassani fece da assistente a Brera. Questi rimandi sono visibili nelle opere in pietra di Vicenza dal titolo Trasformazione del 1958 e Trasformazione, opera in legno, del 1959 (presenti in mostra), con palese condivisione del “Periodo informale” che aveva tra i sui esponenti scultori affermati come Umberto Milani e Francesco Somaini. Le sculture mostrano dei corpi che cominciano a prendere una loro forza espressiva poiché si avvicendano vuoti e pieni con escavazioni profonde, più che altro concave, e con insistenti lavorazioni, fatte tramite la subbia, permettendo alla superficie texturizzata di acquisire una sorta di sofferenza plastica che rimanda ad alti e altri significati. Il colore iniziale della pietra, attraverso l’intervento dello scultore, prende vita, sembra indagare tutte le minuzie formali ed eleva l’opera a una struttura di grande respiro. Cassani aggredisce la pietra, all’inizio quella di Viggiù e poi via via quella di Vicenza, che comprava dai Fratelli Peotta a Grancona (VI), e la fa vibrare trasmettendole vitalità: è questo il periodo delle “Pietre Vive” con le rappresentazioni dei Rotanti e Strutture Circolari. Le opere in pietra sono degli esplosi con piccoli ingranaggi, motori, bielle e colli d’oca meccanici che l’artista ricompone sapientemente ottenendo strutture complesse e monumentali.
Nino Cassani, ha rivestito l’importante carica di Conservatore dei Musei Civici Viggiutesi “Enrico Butti”, dal 2005 al 2012, periodo durante il quale i Musei hanno subito importanti interventi di trasformazione e rinnovamento che lo hanno visto protagonista assoluto e, sempre grazie al suo operato, le raccolte hanno ottenuto l’importante riconoscimento regionale di “Collezione museale”. Ricordiamo anche il suo essenziale apporto per la riorganizzazione della nuova sede del “Museo dei Picasass” nella ex scuderia di Villa Borromeo; l’instancabile volontà con la quale ha perseguito la riorganizzazione del “Museo degli Artisti Viggiutesi del ‘900”, nella sua sede storica; l’apertura del nuovo “Museo degli Artisti Viggiutesi dell’800” presso l’Orangerie di Villa Borromeo e, infine, la predisposizione delle schede descrittive delle opere esposte che ancora oggi accompagnano il visitatore alla scoperta dei Musei. I.C.
MISIA DE ANGELIS: PARVENZE D’INFINITO
A cura di Claudio Cerritelli
Museo Butti dal 7 aprile al 5 maggio 2019
Inaugurazione domenica 7 aprile 2019, ore 11.00
Orari d’apertura:
da martedì a venerdì 14.00-18.30, sabato 9.30 – 12.00 e 14.00-18.30 e domenica 15.00 – 18.00
Il Museo Enrico Butti è lieto di ospitare nei propri spazi, la mostra personale dell’artista Misia De Angelis. Una selezione di opere scelte tra le più recenti, curata dal critico d’arte e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, Claudio Cerritelli. Un lavoro dedicato al “ricordo” e alla “memoria” che si inserisce nel ciclo “Slittamenti del cuore”, una serie di mostre in omaggio all’artista Gottardo Ortelli da parte dei suoi ex studenti di pittura a Brera. Avremo modo di scoprire sulle superfici di Misia, germinazioni, parvenze, ombre, richiami a spazi lontani, tracce che prendono forma in visioni inedite. Come viene sottolineato nel testo critico che accompagna il catalogo in mostra “…è arduo descrivere ciò che avviene e si decanta sulla carta, tuttavia porsi in sintonia con la luce inconfondibile di ogni acquerello significa smarrirsi tra le parvenze di infinito che Misia immagina come essenze del colore senza tempo, forse per questo è vano chiedersi verso quale futuro è destinato l’antico e inesauribile sogno della pittura.”
Pittrice milanese, Misia De Angelis nasce a Varese nel 1964 e vive tra Milano e Leivi. Da più di trent’anni svolge il suo lavoro partecipando a numerose mostre in prestigiosi spazi pubblici e gallerie private, in Italia e all’estero.
ENRICO BUTTI PITTORE
Mostra a cura dell’Associazione Amici dei musei Viggiutesi
Museo Butti dal 12 gennaio la 3 febbraio 2019
Inaugurazione sabato 12 gennaio 2018, ore 18.00
Orari d’apertura:
da martedì a venerdì 14.00-18.30, sabato 9.30 – 12.00 e 14.00-18.30 e domenica 15.00 – 18.00
Conosciamo la figura di Enrico Butti scultore per le numerose opere presenti nel territorio e, in particolare, grazie ai monumenti funebri del Monumentale di Milano.
Enrico Butti è un artista locale di florida produzione, criticato spesso per il suo stile mutevole caratterizzato da un eclettismo che non ha riscontrato forte apprezzamento dai critici dell’epoca, tuttavia notevolmente amato dall’aristocrazia borghese e dai comuni che gli commissionarono numerosi monumenti funebri e storici, sia in Italia che all’estero.
Lo scultore, sia nella sua arte che nel suo insegnamento alla Scuola di Scultura dell’Accademia di Brera, seppe rinnovare la scuola verso la direzione di una nuova sobrietà monumentale, in cui Butti coniugò l’adesione alle nuove istanze giocando in controtendenza.
Mentre, infatti, si diffondeva il nudo verista, di cui lui stesso fu promotore con il capolavoro Il Minatore, realizzò la Morente. L’opera, in cui è presente la nascente idealità simbolista, è anche una scultura caratterizzata dall’attenzione al dato reale, in una mescolanza di stili che hanno evidenziato l’eccletticità del nostro artista.
Eccletticità messa in luce anche dalla scelta di impiegare ed accostare materiali differenti, come il marmo con le tessere musive e il bronzo con la pietra Simona.
Ciò ha permesso a Enrico Butti di realizzare opere dal carattere originale, a volte eccentriche e bizzarre, come ad esempio la Pagoda Indiana, che gli stessi committenti richiedevano. Perciò è forse stata la critica attuale a ridimensionare la produzione artistica di Butti che risulta, sì mediocre rispetto ai grandi artisti ottocenteschi, ma assai florida e rappresentativa per un artista che si fa interprete del gusto della propria committenza.
Butti ha scelto l’eccletticità, realizzando opere che raccontano sia la sua vita artistica sia la storia di un’epoca.
Negli ultimi anni della sua vita, a causa della debolezza fisica, lo scultore abbandonò la realizzazione di imponenti opere in gesso per dedicarsi all’arte pittorica, realizzando tele di carattere descrittivo e naturalistico, che confermano l’eclettismo della sua continua ricerca artistica. Opere nelle quali è ancora vivo il tratto materico di Enrico Butti.
I numerosi dipinti sono presenti nella Gipsoteca Butti e completano il racconto dell’artista viggiutese; spesso però, di fianco alle grandiose e più famose opere scultoree, non riescono ad avere il risalto e l’attenzione che meriterebbero. Da qui nascono l’idea e la volontà degli Amici dei Musei Civici Viggiutesi di realizzare un evento che porti in luce anche quest’aspetto.
Con l’occasione il Museo presenta alcune opere inedite del nostro: il calco della mano di Enrico Butti, realizzato negli anni giovanili, la sua maschera funebre e il medaglione in bassorilievo raffigurante il defunto Achille Jemoli, la cui cappella funebre è ubicata al Cimitero di Gemonio.
Affiancano le opere di Butti due dipinti di Vespasiano Bignami e Antonio Piatti, artisti amici e coetanei dello scultore, e uno studio anatomico realizzato da Enrico e custodito presso gli archivi della SOMS di Viggiù.
II Biennale d’Arte Giovani 2018
dal 24 novembre al 23 dicembre 2018
a cura di Ignazio Campagna e Luca Scarabelli
L’esposizione biennale è nata con l’intenzione di far conoscere e promuovere i giovani artisti contemporanei. L’esposizione è sostenuta dal patrocinio dell’Accademia di Belle Arti di Brera, dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e dell’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Alla mostra biennale sono invitati: Francesca Brivio, Valeria Borrelli, Sofia Cassina, Giacomo Cazzaro, Giacomo De Giorgi, Diana Dorizzi, Marco Fontichiari, Arianna Ingrascì, Arianna Magrini, Matteo Pizzolante, Edoardo Sessa, Diana Sgreccia, Emanuele Soldati, Luisa Turuani.
Gli artisti hanno ricerche e poetiche diversificate, presentano opere caratterizzate da poetiche tradizionali, con dipinti e sculture improntate alla figurazione, ma anche opere in cui gli aspetti predominanti ricadono sulla processualità o sono legati alla narratività fotografica, altri sulle caratteristiche specifiche dei materiali e altre ancora con carattere marcatamente concettuale. Quindi lavori realizzati con ogni mezzo espressivo, tecnica e materiale: pittura, fotografia, scultura, installazione, video.
Sempre in funzione della valorizzazione dell’arte dei giovani artisti contemporanei, in occasione della mostra si assegnerà un premio ad un artista tra i partecipanti alla biennale, che consiste nella possibilità di una mostra personale presso il Museo Enrico Butti di Viggiù nel 2019.
Referenti del progetto Biennale d’arte Giovani sono per i Musei Civici Viggiutesi, il direttore artistico Ignazio Campagna, per il Liceo Artistico Angelo Frattini, il responsabile delle attività espositive e del nonmuseo, Luca Scarabelli.
Inaugurazione sabato 24 novembre 2018, ore 16.00
Orari d’apertura:
da martedì a venerdì 14.00-18.30, sabato 9.30 – 12.00 e 14.00-18.30 e domenica 15.00 – 18.00
MARCO GRIMALDI. VISIONI IN ASSETTO VARIABILE
A cura e presentazione di Claudio Ceritelli
Museo Butti dal 21 ottobre all’11 novembre 2018
Inaugurazione domenica 21 ottobre 2018, ore 11.00
Orari d’apertura:
da martedì a venerdì 14.00-18.30, sabato 9.30 – 12.00 e 14.00-18.30 e domenica 16.00 – 19.00
Gli elementi che Marco Grimaldi ci propone navigano in un alveo spaziale indefinito e sospeso in una quasi immobile decantazione. L’occhio è spronato a scrutare ogni particolare per cercare forme tangibili e riconducibili a conoscenze già digerite e archiviate. I colori della tavolozza di Marco sfuggono ai recinti intellettuali scontati invitandoci a trovare risposte significative e rappresentative non certamente scontate, ma sottintese nel cammino di ogni individuo. Lo spazio illimitatamente contenuto preme con il suo peso compositivo e cromatico intorno ai confini dei supporti vibrando con vigore e sintonizzandosi con forme descritte avvolgendole in aureola sagomata ad hoc. Stesure di colore per grandi superfici scure dove il modulo seriale prende coscienza formale ripetendosi con alcune differenze e comunicandoci messaggi con lingue a noi sconosciute: un invito a un incontro amichevole, dunque, per una riflessione interiore dentro queste luci fissate in maniera stabile in un’atmosfera fluttuante e senza corpo anelando luoghi alternativi a quelli conosciuti e convenzionali. Marco Grimaldi ha realizzato queste opere appositamente per il Museo Butti portando avanti con forte impegno e trasparenza creativa la sua ricerca personale unica nel suo genere. Marco è il settimo artista di nove che fanno parte del progetto espositivo viggiutese, condiviso dal critico d’arte Claudio Cerritelli: 9 Artisti allievi di Gottardo Ortelli. L’iniziativa vede coinvolti Tetsuro Shimizu, Ayako Nakamiya, Elena Strada, Pietro Pasquali, Alessandro Fieschi, Rossella Rapetti e Misia De Angelis insieme a Piermario Dorigatti che saranno presenti nel 2019 per completare l’intero progetto. Quindi grandi mostre, grandi artisti per un grande Museo e per un omaggio a Gottardo Ortelli, loro maestro all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. I.C.