Antonio Argenti
Viggiù, 27 marzo 1845 (1850) – Ivi (?), 5 ottobre 1916
Studia all’Accademia di Brera sotto Pietro Magni e vince il Premio Canonica con l’altorilievo in gesso La morte di Giulio Cesare (ora alla Galleria d’Arte Moderna di Milano). Partecipa attivamente e assiduamente ad importanti mostre annuali in Italia (Napoli, Torino, Milano, Roma, Venezia) e all’estero (Londra, Liverpool), ed è autore di monumenti funerari, ritratti e figure infantili: manifesta un moderato verismo nelle opere allegoriche, mentre in quelle di genere, che analizzano gli aspetti della vita delle classi più umili, si esprime con un sentimentalismo romantico di gusto borghese.
Tali opere, particolarmente apprezzate dal pubblico di allora, si rivelano graziose e talvolta leziose, raffiguranti dolori, gioie o sorprese infantili, tali da intenerire e commuovere, e fanciulle seducenti, vezzose e morbide, che dimostrano la straordinaria abilità dell’Argenti nel lavoro del marmo.
Tra le sue opere si ricordano:
- il busto La preghiera (1877), esposto a Napoli;
- Un caro ricordo (1881), esposta a Milano;
- Un amico pericoloso; i putti Delizia infantile e Capriccioso; i busti Nessun pensiero, L’età felice e Promessa Sposa;
- La modestia, Pensiero e Studio forzato, (1883), esposti a Roma;
- Orfani, Fatica precoce e Compiacenza (1884), esposti a Torino;
- Ai bagni e In riposo (1887), esposti a Venezia;
- Il padre morente (1891), esposto a Brera;
- Il Tempo (1898), in marmo, Monumento Rancati Sormani, Cimitero Monumentale di Milano.